Sicilia: Luoghi e Paesaggi Naturali

Già guardando la Mappa della Sicilia è possibile incontrare una varietà enorme di paesaggi naturali. Presenti sull'Isola vi sono diverse catene montuose; le montagne degli Iblei e Sicani nella zona sud dell'isola, Madonie e Nebrodi nel nord. Su tutte si erge maestosa la Montagna dell'Etna, il vulcano attivo e più alto d'Europa. La Piana di Catania è la pianura più estesa della Sicilia: occupa circa 400 km2 estende dalle profondità dell'isola fino alla costa orientale fino a Catania e Siracusa. Un'altra grande pianura La Conca d'Oro è situata intorno a Palermo e Monreale. È una pianura di origine alluvionale ed è estremamente fertile grazie ad una fitta rete di irrigazione. La sua estensione è di circa 100 km2. 

Cattedrale di Palermo

Piazza Fontana Palermo

Teatro Politeama Palermo 

Teatro Massimo Palermo

Palazzina Cinese di Palermo

Situata all’interno del parco della Favorita, fu fatta costruire dal re Ferdinando III di Borbone nel 1799 come sua residenza, in stile orientale, come era di moda in quel periodo, dall’architetto Venanzio Marvuglia; rappresenta un documento unico di incontro tra il neoclassicismo e il romantico richiamo dell’oriente nella storia dell’architettura palermitana.

L’edificio, su tre elevazioni, ha forma quadrata; il corpo centrale termina in alto con un tetto a pagoda, sorretto da un tamburo ottagonale. Al piano terreno si trovano porticati ad arco ogivali e nei due fianchi ci sono torrette con scale elicoidali a giorno, opera di Giuseppe Patricolo. La costruzione presenta curiosi elementi: i campanelli della grata di ingresso, le travi in legno intagliato delle terrazze e gli smerli. Gli appartamenti sono distribuiti su tre piani.

Nel seminterrato si trovano la sala da ballo e la saletta delle udienze decorate tutte da Velasquez. Si sale al primo piano con una scala esterna, là si trovano il salone dei ricevimenti in stile cinese con pannelli in stoffa dipinti anche dal Riolo, la sala da pranzo con l’ingegnosa “tavola matematica” del Marvuglia e la camera da letto del Re con la volta dipinta in stile cinese.

Al secondo piano si trovava l’appartamento della Regina Maria Carolina con due salette di ricevimento e la camera da letto con lo spogliatoio. All’ultimo livello si trova una grande terrazza di forma ottagonale coperta a pagoda con soffitto decorato. 


Teatro Politeama Garibaldi di Palermo

Diversa la storia del Teatro Politeama Garibaldi, che è nato per sopperire alle esigenze che la vita sociale e politica della nuova borghesia aveva portato con sé. All’esterno si presenta come un’imponente struttura in stile pompeiano sovrastata da una splendida quadriga raffigurante il Trionfo di Apollo ed Euterpe. Quest’ultima non ha sempre formato un tutt’uno con il teatro, ma era stata inizialmente posizionata in piazza e solo nel 1930 fu ufficialmente inserita nel complesso architettonico del Politeama.  

Teatro Vittorio Emanuele di Palermo

Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele è il terzo teatro lirico più grande d’Europa. Dallo stile palesemente neoclassico con il colonnato corinzio e l’imponente scalinata costeggiata dai due leoni, sorge in piazza Verdi, laddove un tempo c’erano la Chiesa delle Stimmate e il monastero di San Giuliano. Si distingue per la grande magnificenza dell'interno, mentre la particolarità della sala Grande non è rappresentata solo dalla perfetta acustica ma anche dal soffitto mobile. Quest’ultimo è formato da una ruota di undici pannelli dipinti in tela disposti tutt’intorno a formare dei petali di un fiore che, all’occorrenza, si sollevano per permettere l’aerazione della platea.  

Museo Civico -Torre di Lingi Trapani 

Di forma tronco-piramidale e situata nella punta estrema della città, fu realizzata a fine '600 a difesa degli assalti dei pirati barbareschi. La struttura che poggia su uno scoglio fu realizzata con il tufo proveniente dalle cave di Favignana. Pur essendo una struttura a carattere militare presenta insoliti decori che la abbelliscono e la rendono particolare. Attualmente ospita una collezione di reperti archeologici legati al territorio trapanese, tra i quali alcuni elmi risalenti alla prima guerra punica. Bella la vista che si ha dalla terrazza sommitale Sicilia 


Centro Storico Trapani

Nel centro storico di Trapani ci sono tanti locali, alcuni molto caratteristici. La movida si concentra nelle vie principali: Corso Vittorio Emanuele, l’antica Loggia, Via Torre arsa e via Garibaldi. 

Tra i viali, i vicoletti e le piazzette, a farla da padroni sono i ristorantini tipici e le enoteche raffinate, dove consumare una degustazione accompagnata da qualche prodotto della tradizione trapanese, ma non mancano i locali più mondani, ricercatissimi dai giovani e non solo.   

Per cominciare le danze si inizia con un bell’aperitivo all'enoteca Versi di Rosso, situata lungo Corso Vittorio Emanuele, rinomata e internazionalmente riconosciuta per la vasta selezione di pregiati vini naturali della sua cantina. 

Il Nettuno Lounge Bar, in Piazza Scalo d'Alaggio, è famoso per i suoi cocktail e per i suoi stuzzichini rigorosamente a base di prodotti di tonnara. Altro punto d'incontro molto quotato è il Rakija Pub, in Largo San Domenico, un’autentica istituzione cittadina. Se invece siete alla ricerca di un ambiente modaiolo, La Giuditta in Piazza Lucatelli, è un concept drink che fa per voi. 

Cascate San Nicola Bolognetta

Le cascate di San Nicola, sono situate nella vallata di Bolognetta (PA) dove i due promontori Torretta e Pizzo Cicero creano un restringimento del percorso del fiume Milicia, formando una cascata. Purtroppo, non è facile raggiungere la cascata, perchè è nascosta tra i due promontori. Per arrivarci si deve percorrere la provinciale che da Bagheria porta a Ciminna, nei pressi del bivio per Casteldaccia, si trova un stradina a destra in forte discesa, dopo circa 2 km a destra si percorre un sentiero. Lo spettacolo è bellissimo proprio perché il posto è decisamente selvaggio. Non troverete nulla di turistico ad accogliervi, niente panchine, niente cestini dell’immondizia, niente roba artificiale. Un ruscello, tante rocce, alberi e piante di tutti i tipi, una bellissima grotta o insenatura e poi sua maestà la cascata. In questi incantevoli luoghi sarà possibile sperimentare un’atmosfera di tranquillità e benessere ed entrare in contatto diretto con la straordinaria natura che il territorio offre. Si consiglia di visitare le Cascate durante la loro piena attività, preferibilmente nei periodi che vanno da ottobre a maggio. Se dopo l’escursione alle cascate di San Nicole volete passare un paio di ore nel paese di Bolognetta vi consigliamo di visitare la Chiesa Madre restaurata nel 1785 dove all’interno si possono ammirare sculture della scuola del Bagnasco e quadri di Alberto Duno. Potete fare anche una capatina al Museo della Casa contadina, ricco di oggetti che rappresentano rispettivamente il ciclo dell’olio, della vite e del grano. La distanza da Palermo a Bolognetta è di 27 chilometri attraverso strada statale includendo 5 chilometri in autostrada. Questa strada richiede approssimativamente 21 minuti e passa da Villabate e Misilmeri.


 Borgo Parrini Partinico Palermo

Arrivare da Palermo: dista 47,1 km (50 min in auto), prendere l'autostrada A29 in direzione Mazara del Vallo ed uscire a Montelepre, poi procedere lungo Sp1bis per un breve tratto e svoltare in Via Suriano.

Arrivare da Trapani: dista 68 km (50 min in auto), immettersi in autostrada A29 in direzione Palermo, prendere l'uscita Montelepre e continuare lungo Sp1bis per un breve tratto, infine svoltare in Via Suriano.

Arrivare da Triscina mare: dista 84 km (1 h in auto), raggiungere Castelvetrano e poi immettersi nell'autostrada A29 in direzione Palermo, uscire a Montelepre, poi procedere lungo Sp1bis per un breve tratto e svoltare in Via Suriano.

Dove parcheggiare: è disponibile un grande parcheggio proprio all'ingresso del Borgo, facilmente individuabile.


        Borgo Parrini Partinico Palermo

Se vi trovate nella parte occidentale della Sicilia, magari impegnati in un on the road tra le principali città, non potete assolutamente perdervi una tappa a Borgo Parrini: si tratta di una piccola frazione del comune di Partinico che attira tantissimi visitatori e curiosi grazie al suo meraviglioso stile, con gli edifici colorati ispirati all'artista spagnolo Gaudì. Passeggiando tra le sue vie vi sembrerà, infatti, di trovarvi a Barcellona! Si tratta di una frazione molto contenuta, visitabile tranquillamente in meno di un'ora, quindi vi consigliamo di non perdervela assolutamente! 

Montalbano Uno dei Borghi più belli della Sicilia 

Splendido comune in provincia di Messina, Montalbano Elicona è stato proclamato “Borgo dei Borghi” nel 2015 e fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Nella parte antica del suo abitato è situato un castello che fu residenza estiva di re Federico III di Sicilia. 

L’ingresso nella storia del territorio dell’Elicona si attua con l’arrivo dei Siculi intorno all’ XI, X sec- a.C. Questa popolazione provenienti dalle regioni italiche, sconfiggono i Sicani, già presenti in Sicilia e colonizzando l’intera isola. Questa nuova stirpe da luce ad importanti centri culturali, tra i quali primeggia Abaceno, il cui territorio si estendeva oltre la valle dell’Elicona, fino al Tindari. Il predominio di Abaceno nei secoli, è documentato da autorevoli fonti storiche, come da scritti di Tucidide, Diodoro Siculo e Appiano. Reperti archeologici testimoniano la posizione di predominio di Abaceno, che possiede anche un proprio conio, con emissioni di monete di argento e bronzo. L’emblema di un toro dal volto umano che attraversa un fiume, impresso nella moneta Hemilitron, sarebbe la raffigurazione del territorio dell’Elicona. 


La riserva naturale del Bosco di Malabotta 

La riserva del bosco di Malabotta è un’area protetta che comprende uno dei boschi più antichi e splendidi di Sicilia. Sorge tra i monti Nebrodi nei pressi di Montalbano e comprende anche il sito dell’Arguisco. La riserva è contraddistinta da una vegetazione di tipo subtropicale e dalla presenza lungo i sentieri di meravigliose e antichissime querce chiamate “I Patriarchi del Bosco”. Molti sono i punti panoramici dai quali ampie vallate si aprono indirizzando il vostro sguardo alla maestosa imponenza dell’Etna. Luogo perfetto per chi ama la natura e le attività all’aria aperta, come il trekking, il birdwatching, il Trail running; la sua fauna e la sua flora sono un vero e proprio campionario della biodiversità siciliana che qui, variegata, regna. 

Come arrivare al Bosco di Malabotta

Il Bosco di Malabotta si trova a circa 3,5 km dall’Argimusco, un altopiano con un importante complesso megalitico. Caratterizzato dalla presenza di Menhir e rappresentato come la Stonehenge siciliana. Il percorso per raggiungere il Bosco di Malabotta si sovrappone con quello per raggiungere le rocche dell’Argimusco.

Venendo da Messina o da Palermo, si percorre l’A19, uscita Falcone. Si prosegue direzione Montalbano Elicona. Superato il paese medievale, si prosegue verso la Contrada Argimusco. Subito dopo il sito megalitico si raggiunge l’ingresso del bosco.

Venendo da Catania, si raggiunge Randazzo, si prosegue  sulla S.S. 116 Randazzo Capo d’Orlando, direzione Floresta. Al bivio Favoscuro si gira a destra sulla S.P. 122 direzione San Piero Patti. Giunti in contrada Polverello si gira a destra direzione Montalbano Elicona e Argimusco. Si prosegue fino a destinazione.


Mazara del Vallo Trapani

L'etimologia del nome Mazara con grande probabilità è legata alla lingua fenicia ed al vicino fiume Mazaro. Mazar significava "rocca", inteso nel senso di riparo, ed il Mazaro era un fiume navigabile. Ancora oggi, si chiama Roccazzo la zona in cui sono stati trovati i resti dei primi abitati umani che risalgono al paleolitico superiore. Porto fenicio fu durante il periodo greco-selinuntino che la città diventò centro urbano organizzato. Fu con gli Arabi che divenne il più grosso centro giuridico della Sicilia e un importante punto commerciale, artistico e letterario. 

I musei della città sono: Mirabilia Urbis, nella Chiesa di San Bartolomeo che ospita reperti provenienti da tutto il territorio mazarese, in particolare dal sito archeologico di Roccazzo, dove sono stati rinvenuti oggetti del mesolitico e del neolitico, e corredi delle tombe a grotticella scavate presso i Gorghi Tondi. La presenza fenicio punica si riscontra nei vasi, vetri e monete ritrovati tra la foce del Mazaro e Capo Feto mentre il periodo punico e romano è testimoniato da sarcofagi, urne cinerarie, lapidi funerarie, mosaici. Il Museo Diocesano raccoglie il ricco patrimonio di argenti della cattedrale. Mazara fu sede vescovile fin dai primi secoli. Piccolo ma affascinante il Museo ornitologico ed infine il Museo del Satiro danzante, ospitato nella Chiesa di Sant'Egidio. 


Cascata Naca Nica Corleone PA 

La cascata di Naca Nica, a Pioppo, e quella delle Due Rocche, a Corleone, rientrano nella classifica delle dieci cascate più belle da vedere in Sicilia. Dei paesaggi meravigliosi circondati, oltre che dall’acqua dolce, da imponenti pareti rocciose, da un’enorme biodiversità e da una natura così particolare che merita di essere scoperta. Sono delle vere e proprie piccole oasi. Le condizioni della cascata di Naca Nica sono migliorate grazie al lavoro svolto da alcuni componenti del comitato Pioppo Comune e dagli operai forestali stagionali del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale 


Cascata delle due Rocche Corleone PA

A Corleone possiamo osservare le cascate delle Due Rocche. In questo luogo scorre il fiume San Leonardo, affluente del Belice. Il fiume San Leonardo grazie ai suoi flussi d’acqua regala dei posti suggestivi e le cascate vanno a completare totalmente il paesaggio. Ai piedi della cascata si trova un mulino d’acqua, poco distante invece si può ammirare un ex acquedotto originario, forse, ai tempi del medioevo. Il sito, inoltre, è stato censito dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) ed è stato votato come il secondo luogo d’acqua in Sicilia. Negli inverni scorsi questa cascata ha regalato un paesaggio davvero particolare grazie alla neve che ha imbiancato il terreno vicino. 


Villa Giulia di Palermo 

Intitolata alla viceregina Giulia D’Avalos, moglie del vicerè Marcantonio Colonna di Stigliano,nel sito dove, anticamente, veniva utilizzato dai pescatori, dell’antico quartiere della Kalsa, per stendere le reti ad asciugare, e, successivamente, era stato scelto come luogo per l’esecuzioni capitali. Fu realizzata nel 1777, e rappresenta il primo giardino pubblico d’Italia. L’impianto della villa, dal netto perimetro quadrato, secondo il progetto di Nicolò Palma, realizza uno schema di giardino all’italiana, dalle precise regole geometriche: viali simmetrici si intersecano secondo due principali direzioni, ortogonale e diagonale, formando un secondo quadrato, diagonale al primo, ed una piazza centrale circolare; agli estremi opposti sono quattro esedre semicircolari. La recinzione in ferro fu eseguita nel 1855. L’ingresso era verso il mare, dove è il monumentale portale realizzato in pomposo stile classico; verso l’esterno il portale è ornato dall’aquila, simbolo della città, e lateralmente da due alti basamenti con leoni. All’interno è sistemata un’esedra ornata da grandi vasi in tufo in corrispondenza dell’inizio dei viali; da qui si diparte il lungo viale che, attraversata tutta la villa, incontra la piazza centrale e giunge sul versante opposto dove si trova un’altra esedra ornata da gruppi scultorei; tra questi sono particolarmente notevoli l’Abbondanza e la Gloria, agli estremi settentrionale e meridionale dell’esedra, opera del 1763 di Ignazio Marabitti. 

 


Villa Margherita: i giardini urbani di Trapani 

Passando dalla Villa Margherita mia nonna ripeteva sempre: «È la villa più grande d'Italia!». Ovviamente non è così e non lo è mai stato, ma per gli anziani trapanesi - una volta piccini e sicuramente impressionati dai grandi alberi che riposano al suo interno e affascinati, a loro volta, dai racconti dei loro nonni che avevano assistito personalmente alla costruzione di un giardino botanico nella parte “nuova” della città - la Villa sarà stata davvero la più grande che avessero mai visto. 

Il piano di ampliamento della città di Trapani negli anni postunitari, promosso dall’allora sindaco Giovan Battista Fardella in carica dal 1865 al 1869, prevedeva la realizzazione di opere pubbliche nella zona ad est del centro storico (oggi individuabili in Piazza Vittorio, Piazza del Tritone, nella lunga e alberata Via G. B. Fardella), il cui intento era quello di espandere la “vecchia” Trapani - stretta nella falce - sino alle pendici del monte Erice. 


Teatro Biondo di Palermo

Il Teatro Biondo di Palermo compie 120 anni e per celebrare la ricorrenza inaugura la mostra Palcoscenico Biondo, nel Foyer della Sala Strehler venerdì 20 ottobre alle ore 18.30. 

Nata su iniziativa della Fondazione Andrea Biondo e dell’Associazione Teatro Biondo Stabile di Palermo, la mostra resterà aperta fino al 30 dicembre. Il nucleo centrale dell’esposizione è composto da foto e documenti messi a disposizione dagli eredi del fondatore Andrea Biondo: Maria Gabriela D’Asaro Biondo e la giovane artista Isabella Iozzi, che si è appassionata alla storia della sua antenata raccogliendo materiali, foto, notizie e realizzando lei stessa alcune opere a partire da immagini d’epoca. 


Piazza Fontana Palermo

Realizzata nel 1554 dallo scultore toscano Francesco Camilliani per ornare una villa fiorentina. Successivamente, fu acquistata dal Senato palermitano per la cifra di 20/30.000 scudi ed arrivò a Palermo smontata in 644 pezzi e ricomposta in maniera diversa rispetto al disegno originario. La fontana ha impianto ellittico con vasche concentriche, disposte su tre livelli; scale e statue si alternano secondo uno schema classico e simmetrico. La fontana, prevista per uno spazio diverso dall’attuale collocazione, venne adattata da Camillo Camilliani, figlio di Francesco. Le quattro vasche del primo livello, con gruppi statuari di figure giacenti, rappresentano i fiumi palermitani: Oreto, Papireto, Gabriele e Maredolce; nella cancellata di recinzione sono riprodotti i volti del Genio di Palermo, Santa Rosalia e l'Aquila pretoria. Un ricco repertorio plastico di statue rappresentano divinità mitologiche, mostri, animali, delfini, arpie e sirene. La palese nudità delle figure esposte non mancò di turbare l’animo dei cittadini che ribattezzarono questo sito, “Piazza della Vergogne”. La cancellata, disegnata da Giovan Battista Filippo Basile, fu collocata nel 1858.