Isola di Pantelleria e la sua Storia


L’isola di Pantelleria, con la sua superficie di 83 kmq, un perimetro di 51.5 km, gli 836 m di altezza del suo maggior picco Montagna Grande, una larghezza di 8 km e una lunghezza di 13.7 km, costituisce la più grande tra le isole circumsiciliane e la quinta italiana dopo Sicilia, Sardegna, Isola d’Elba e Isola di S. Antioco. 

Situata al centro del Mediterraneo, a circa 67 Km dalla costa tunisina ed 85 Km dalla costa siciliana, costituisce la parte emersa di un edificio vulcanico che si eleva di ca. 2000 m dalla pianura abissale del Canale di Sicilia. Distribuiti in diverse contrade ca. 7500 abitanti, i cui comportamenti sociali, nonché i modi di abitare e produrre, sono altamente influenzati dalla insularità e dalla relativa lontananza dalla terra ferma. 

sola vulcanica, creata dalle diverse manifestazioni vulcaniche, originatesi dalle fratture del “rift” del Canale di Sicilia, succedutesi nel tempo e sovrappostesi tra loro, ha un’età geologica più recente rispetto alle altre isole del Canale di Sicilia, le cui origini vengono fatte risalire, invece, ai diversi periodi del Mesozoico. 

Pantelleria è formata da rocce acide e ricche di materiali sodici uniche al mondo, tanto da prendere il nome di Pantelleriti, sono queste le inconfondibili rocce verdi, spesso tempestate da minuscoli cristalli grigio ferro noti col nome di Cossyriti. È possibile notare affioramenti di Pantelleriti lungo la strada che dall’aeroporto porta verso il Lago e Cala Cinque Denti. Da alcune analisi di rocce e di Xenoliti inclusi in esse si daterebbe la nascita dell’isola all’ultimo periodo del Terziario. Le prime esplosioni risalirebbero infatti a circa 500.000 anni fa quando ne emerse una prima porzione di natura trachitica, pari a circa la metà dell’attuale estensione. 

Il suo picco più alto, Montagna Grande, che domina la parte centrale dell’isola, i rilievi di Monte Gibele, Cuddia Mida, Cuddia Attalora e altri coni minori, sono segni tangibili della fase vulcanica esplosiva dell’isola.La sua parte più settentrionale, invece, è di formazione relativamente recente con morfologia uniforme, dolcemente pendente verso il mare ed interrotta, di tanto in tanto, da piccoli coni quali Monte Gelkamar, Monte S. Elmo, Cuddia Bruciata e Cuddie Rosse. 

Uno dei più importanti eventi vulcanici si ebbe ca 45.000 anni fa, quando un’eruzione di eccezionale potenza ricoprì l’intera isola. Gli studiosi hanno individuato, infatti, uno strato di roccia igninbritica su tutta l’isola, con uno spessore che varia dai 5 ai 20mt. 

Tale fenomeno causò il collasso successivo dell’edifico vulcanico principale con conseguente formazione di un’ampia “caldera “, il cui bordo è tuttora visibile in varie zone dell’isola ed in particolare: Serra di Ghirlanda, Costa Monastero, Costa Zinedi. Successivamente l’attività vulcanica, in un periodo compreso tra 35.000 e 29.000 anni fa, riprese all’interno della “caldera” determinando la formazione dei principali rilievi presenti sull’isola: Montagna Grande, Monte Gibele (700m). 27.000 anni fa l’attività vulcanica si spostò verso la parte Nord-Occidentale con la formazione di Cuddie di origine basaltica come Cuddia Rossa, Cuddia Bruciata. 

Nel periodo tra 15.000 e 10.000 anni fa l’attività infine diede origine, nella parte sud-orientale, a quelli che sono i depositi conici nella zona di Sidor. Più recente è invece la formazione dei coni di Cuddia del Gallo e del Moro, risalenti all’attività esplosiva del periodo compreso tra 9.000 e 5.000 anni fa. 

La parte settentrionale dell’isola nacque invece in periodo più recente, da colate fluide basaltiche, emesse da fratture esterne alla caldera. Gli ultimi fenomeni vulcanici furono l’eruzione che, nel 1831, portò all’emersione dell’Isola Ferdinandea, a 50 km NE dà Pantelleria, ma ben presto tornata negli abissi, e quella sottomarina del 1891, che interessò il mare antistante l’abitato di Pantelleria. 

A causa delle basse precipitazioni e della permeabilità dei substrati, l’isola a livello idrografico presenta piccoli impluvi a carattere torrentizio.Il lago Specchio di Venere “U Vagnu”: conca lacustre situata nella parte centro settentrionale, costituisce quindi il più significativo elemento idrografico dell’isola, alimentato da acque meteoriche e da sorgenti termali “I Quadareddri”. Situato a circa 2m sul livello del mare, il lago, dalla forma sub-ellittica, con un diametro di 450m N-S e 350m E-O, ha un perimetro di 1800m ed una profondità massima di 12m, le sue acque hanno una temperatura che varia dai 18°C ai 56°C e le sue sponde sono costituite da fanghi, noti per le proprietà terapeutiche e cosmetiche dove, la leggenda racconta, persino la dea Venere soleva ritemprarsi. 

La struttura morfologica dell’isola dipende, oltre che dalla sua natura vulcanica, anche dai comportamenti antropici; le asperità del territorio, infatti, hanno portato ad una continua lotta dell’uomo contro la natura, il quale ha determinato importanti trasformazioni del territorio. Ne sono chiara testimonianza gli innumerevoli terrazzamenti, con la loro fitta rete di muretti a secco, per ovviare alla elevata inclinazione dei terreni ed impedire che la terra scorresse verso il mare con le piogge; basti pensare ai termini Garca, Marghiettu, Mataretta, Runcuni, Tanca che danno i nomi ai diversi terreni a seconda della forma e della posizione. 

Inconfondibili le stesse abitazioni tipiche in pietra lavica “dammusi” e i caratteristici “iardini“, vere e proprie fortificazioni circolari a protezione in particolare degli alberi di agrumi. 

Nata dal vulcano e resa abitabile sfruttando ciò che il vulcano ha regalato, Pantelleria e come immersa nel fiato di un gigante che dorme, ne sono testimonianza gli innumerevoli fenomeni vulcanici secondari ben visibili sull’isola: le sorgenti di acque calde (tra i 40° e i 90°) nelle zone del lago “Bagno dell’Acqua”, di Cala Gadir, delle grotte di Nikà e Sateria e del Porto di Scauri; le emissioni gassose di vapore acqueo ed anidride carbonica delle Favare, 

Fossa del Russo, Monte Gibele; i Bagni Asciutti vere e proprie saune naturali: uno in località Kazzen e l’altra in località Benikulà; le Buvire in località Cala Gadir, Cala Tramontana, Cala Cottone; infine, fenomeno opposto a quello delle saune è quello della grotta del freddo “pirtusu du nutaru”  in località Bukkuram. 

L’isola offre paesaggi, ora brulli, ora tetri, ora rigogliosi, che fanno perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Da un paesaggio roccioso si passa alla più folta macchia, incontaminata, dai profumi unici al mondo, che finisce col tuffarsinel blu intenso del mare. Splendida la sua costa mai monotona: pietre frastagliate che si alternano a scogli lisci e a vere e proprie sculture naturali nella roccia. Facili accessi al mare si contrappongono a strapiombi mozzafiato, che spesso nascondono meravigliose grotte dalle acque cristalline