Stromboli

La storia di Stromboli vide il susseguirsi di attività che portarono al collasso e alla formazione di vari edifici, tra questi, di particolare interesse è il complesso eruttivo di Scari risalente a circa 34.600 anni fa, dove è osservabile il susseguirsi di spesse sequenze di bombe, lapilli e lahar. La stratificazione geologica è facilmente individuabile attraverso l’analisi dei sedimenti piroclastici che delimitano le fasi dello Stromboli complesso di Vancori , risalente a 26.000 anni fa, è caratterizzato dalla presenza di depositi piroclastici e basaltici shonitici. La fase successiva vede la riformazione dell’edificio nel settore nord-occidentale risalente a 13.800 anni fa, chiamato neo-Stromboli. Contemporaneamente, altri centri eruttivi secondari danno origine al Timpone del Fuoco presso Ginostra e alle lave di San Bartolo e San Vincenzo Il settore nord-occidentale subì, tra 5.000 e 10.000 anni fa, un nuovo collasso che mutò il paesaggio lasciando una depressione a forma di cavallo che si estende fino a 2.000 m sotto il livello del mare.  

Questa profonda depressione venne riempita dal materiale piroclastico e dalle colate di lava. Attualmente il centro eruttivo è composto da tre crateri parallelamente allineati sulla sommità della Sciara del fuoco. L’attività eruttiva recente di Stromboli può essere suddivisa in due periodi ben distinti: la prima, a partire dal IV – VII secolo, caratterizzata da esplosioni Hawaiane con le classiche eruzioni a fontanella; la seconda mostra le stesse caratteristiche di quella attuale con esplosioni di medio-bassa intensità seguita dalla fuoriuscita di cenere e scorie scure ricche di cristalli. Tale attività occasionalmente assume i connotati di parossismi, crisi eruttive di maggiore intensità con l’emissione di pomici dorate e scorie scure. L’attività attuale ha luogo a 750 m di altezza nei tre crateri allineati alla Sciara del Fuoco la morfologia di questi crateri, a causa di esplosioni più violente, cambia frequentemente con la successiva migrazione delle bocche eruttive.  

L’attività ordinaria consiste in esplosioni a intermittenza di media-bassa energia della durata di pochi secondi ad intervalli di dieci-venti minuti. Le emissioni sono composte da bombe scoriacee, lapilli, cenere e blocchi che s’innalzano da poche decine di metri fino ad alcune centinaia. I periodi di inattività sono molto rari, solo tra il 1908 e il 1910 si è registrato il più lungo periodo di quiescenza. L’attività normale può essere interrotta da esplosioni di maggiore entità definite come parossismi, caratterizzate da violente e improvvise esplosioni nel corso delle quali il lancio di pomici, scorie incandescenti, ceneri e blocchi litici raggiungono distanze considerevoli fino ad interessare le zone abitate. 

Questi parossismi possono provocare una ricaduta di materiale sui versanti più ripidi innescando anche valanghe di detriti, come documentato nelle eruzioni del 1930, 1944 e 2003. Le colate laviche, di cui solo ventotto registrate nell’ultimo secolo, fuoriescono solitamente attraverso le fratture eruttive della zona craterica all’interno della Sciara del Fuoco composte da prodotti scoriacei e lave scure con una vescicolarità ridotta. Sul fianco nord-ovest di Stromboli è presente la porzione sottomarina della Sciara del Fuoco che ha origine a 200 m di profondità in una valle sottomarina detta la “Valle della Sciara”. Nelle numerose ricerche oceanografiche è emersa una grande depressione sul fianco del vulcano che si estende fino alla profondità di 2500 m. 

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